Sospesa la banca dati giornaliera che tiene monitorata la situazione Covid. Fondazione Gimbe: “Ripristinare subito”.
Dopo la sospensione del bollettino giornaliero sul Covid in sostituzione di quello settimanale, ora il nuovo governo decide anche uno stop alla banca dati quotidiana. Polemiche dalla fondazione Gimbe che scrive al ministro della Salute una lettera formale chiedendo il ripristino della banca dati, fondamentale per i ricercatori. “Interrotta la pubblicazione dei dati grezzi, impossibile garantire un monitoraggio indipendente”
Su decisione del nuovo governo, il bollettino quotidiano che comunicava l’andamento dei contagi da Covid è sparito. Al suo posto, il Paese ha a disposizione il bollettino settimanale che, come afferma anche Bassetti, questa sarebbe stata una “misura di buon senso”. Un’ulteriore scelta però ha fatto torcere il naso a alla fondazione Gimbe.
Stop alla banca dati
Se il cambiamento che ha portato a sostituire il bollettino giornaliero con quello settimanale è stato (quasi) da tutti accettato, adesso la sospensione della banca dati sembra sollevare delle polemiche. L’aggiornamento di tutti i dati su base nazionale sono utili soprattutto a ricercatori e analisti per capire in che direzione sta andando la pandemia.
Mentre il bollettino del Covid serve maggiormente a tenere aggiornati i cittadini sulla situazione, la banca dati è strettamente necessaria ai ricercatori che, in sua mancanza, non potrebbero monitorare a livello nazionale, realizzare grafici e cercare di capire quanto sta correndo il virus.
La richiesta di ripristino
La fondazione Gimbe che ha inviato una “lettera ufficiale” all’esecutivo per far ripristinare l’accesso a questa banca dati quotidiana. Nino Cartabellotta, presidente della fondazione, spiega alla premier Meloni che “i dati della pandemia devono restare patrimonio comune. Dal 30 ottobre risulta interrotta anche la pubblicazione quotidiana dei dati grezzi sul Covid 19 che hanno finora alimentato un virtuoso processo di collaborazione tra ricercatori, società civile e Istituzioni”.
Cartabellotta denuncia l’impossibilità di monitorare l’andamento epidemiologico a beneficio della cittadinanza, delle Istituzioni e degli organi di informazione. “I dati”, dice Cartabellotta, “devono essere disponibili non solo alle autorità competenti, ma anche alla comunità scientifica e alla popolazione intera”.